Come un testimone, si passano l’ago e il filo, le donne del “Lenzuolo SOSpeso“, un telo bianco ricamato di rosso, in segno di sorellanza, progetto ideato dall’artista milanese Silvia Capiluppi. A raccoglierlo per la centesima volta, è Ornella Cucci, che a Lecce ha esposto in via De Mura 73 un arazzo ricamato con una parola, semplice e potente: amore. “Ho iniziato questo ricamo ad agosto, giorno del mio anniversario di nozze; un giorno d’amore”, spiega Ornella, che ha cucito sul lenzuolo la sua traduzione nelle cento lingue più parlate al mondo, da quella più antica, il sanscrito, all’”ammore” in napoletano. Lo intitola “Chiamami amore”, come fosse una supplica per fermare l’ondata di violenza, affinché a quella parola seguano gesti e tenerezze. Così dal tessuto si leva un coro di voci che parlano idiomi diversi ma che intendono lo stesso linguaggio, quello universale dell’amore. “Quando una delle inquiline del palazzo mi ha visto sul pianerottolo srotolare il lenzuolo, non ha avuto bisogno di spiegazioni”, racconta Ornella, “con sguardo complice si è avvicinata e, insieme, sfidando il vento, abbiamo fissato i lembi. Penso spesso che quel filo rosso sia magico”. Quando le donne si uniscono accadono cose incredibili.

DI VALERIA NICOLETTI QUISALENTO